13 giugno
SANT'ANTONIO
DI PADOVA
(Sacerdote e dottore della Chiesa)
Sant'Antonio nacque a Lisbona nel 1195 da genitori favoriti da Dio di ricchezze spirituali e di un certo benessere. Dopo la prima educazione ricevuta nella casa paterna da uno zio canonico, continuò la sua istruzione nella scuola vescovile annessa alla Curia. Con l'età cresceva pure nell'umiltà, unita al disprezzo per le glorie mondane; virtù che, unitamente alla fama di taumaturgo, lo distingueranno sempre.
Sentendosi portato alla solitudine, il Santo pensò presto di ritirarsi in un convento e scelse i Canonici Regolari di S. Agostino. Quivi si diede con tale fervore alla mortificazione della carne, alla ritiratezza e ad un silenzio operoso, da divenire uno specchio per i suoi confratelli.
Ma le sue brame non erano ancora pienamente appagate: il Santo desiderava di ricevere il martirio, se cosi fosse piaciuto al Signore; e a questo scopo, abbandonato il convento di S. Croce, si ritirò tra i Frati Minori ai quali erano permesse le Missioni.
Ma chi può scrutare i disegni altissimi dell'Onnipotente? Antonio,
appena giunto in terra di Missione, venne assalito da una malattia tale
che lo costrinse alla più assoluta inazione, e lo inchiodò
inesorabilmente in un letto, tanto che fu costretto al ritorno. Si
imbarcò allora per ritornare in Portogallo, ma la nave, sbattuta da
una violenta tempesta e dopo una fortunosa navigazione, venne a
sfasciarsi contro il litorale della Sicilia (1221). Da qui Antonio proseguì a piedi per Assisi per incontrare il maestro Francesco. Dopo un anno trascorso in un eremo nei pressi di Castrocaro, il Santo di Assisi riconobbe in Antonio la sua grande abilità di predicatore e di teologo e perciò lo inviò a tra le genti italiche perché non aderissero ai movimenti eretici che allora raccoglievano migliaia di adepti.
In poco tempo divenne celebre e dovette passare a Montpellier, a Tolosa, a Bologna, a Rimini e
infine a Padova (1227) con l'incarico di ministro per l'Italia
settentrionale; da qui si muoveva verso tutte le comunità per
sovrintendere e controllare la loro attività.
Non smise mai di predicare e la sua fama faceva accorrere migliaia di persone che
venivano ascoltarlo. La sua parola era come un dardo che
trapassava i cuori e li infiammava d'amore alla virtù, e i frutti
della grazia divina furono copiosissimi: riconciliò nemici, ridusse
i dissoluti a vita migliore, persuase gli usurai alla restituzione.
Il Signore confermava la santità del Santo con numerosissimi miracoli.
Conoscendo per rivelazione che suo padre era accusato ingiustamente della morte di un nobile, pregò Dio e si trovò miracolosamente a Lisbona accanto al padre. Quivi richiamò a vita l'ucciso che indicò
l'omicida: suo padre fu salvo.
I viaggi continui, i digiuni e il continuo peregrinare tra i vari conventi sui quali aveva la supervisione non gli permisero di potare a termine la sua opera letteraria "I Sermoni", nei quali trascriveva i suoi discorsi ai fedeli,
e fiaccarono la sua salute. Ottenne, così, il permesso di ritirarsi nel romitorio di Camposampiero; qui passò i suoi ultimi giorni nella contemplazione
e nell'esercizio sempre più puro dell'amor di Dio. E proprio a Camposanpiero, nei primi di giorni di giugno del 1231, teneva una serie di scorsi quando apparve ai fedeli con in braccio il Bambino Gesù.
Ma oramai sentiva che la propria fine era vicina e volle essere ricondotto a Padova,
ma era talmente grave che morì in località Arcella, presso Padova, il 13 giugno del 1231 a 36 anni di età.
Dopo la sua morte i fanciulli di Padova e dei dintorni andavano gridando: «È morto il Santo, è morto il Santo ». Ed era veramente morto un santo ed un grande santo, che lasciò tracce indelebili di ogni virtù.
Papa Gregorio IX lo canonizzò dopo solo un anno dalla morte.
Pio XII nel 1946 innalzò sant'Antonio tra i Dottori della Chiesa cattolica,
conferendogli il titolo di Doctor Evangelicus, in quanto nei suoi scritti e nelle prediche era solito sostenere le sue affermazioni con citazioni del Vangelo.
Il suo corpo riposa all'interno della maestosa Basilica a Padova che da secoli attira fedeli da ogni parte del mondo.
Nella cappella del Tesoro è conservata la lingua del Santo
trovata incorrotta trentadue anni dopo la sua morte, durante la traslazione delle sue spoglie
voluta da San Bonaventura da Bagnoregio.
Sant'Antonio è celebre per i suoi miracoli e per il suo affetto nei
confronti dei bambini e viene celebrato come patrono in moltissime
comunità italiane ed estere.
fonte: santodelgiorno.it
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