13 gennaio
SANT'ILIARIO DI PONTIERS
(Vescovo e Dottore della Chiesa)

Nacque Ilario a
Poitiers, in seno al paganesimo, da una delle più illustri famiglie
di Francia. Ecco come avvenne la sua conversione. Si pose un giorno
a leggere la Sacra Bibbia, e giunto alle parole: « Ego sum qui sum:
Io sono Colui che sono », ne fu fortemente impressionato. Continuò a
leggere e illuminato sulla onnipotenza di Dio, piegò la mente ad
adorarlo come suo Creatore e Signore. Essendo così disposto,
ricevette il santo Battesimo. Modellò allora la sua vita secondo le
massime del Vangelo, ed era così zelante nello spingere anche gli
altri alla pratica delle virtù, che si sarebbe detto un sacerdote.
Il popolo di Poitiers tanto lo ammirava, che unanimemente lo elesse
proprio vescovo, nonostante tutte le sue rimostranze. Dopo la
elezione, egli non si considerò più che come uomo di Dio, e
predicava con zelo instancabile, muovendo i peccatori alla
conversione.
Egli era pieno di riverenza per la verità, ed era pronto a tutto
quando si trattava di prenderne la difesa. Avendo l'imperatore
Costanzo radunato a Milano un concilio per la condanna di S.
Atanasio, S. Ilario gli scrisse un libro in cui cercò di convincerlo
a lasciar liberi i Cattolici di esercitare la religione cristiana
coi loro vescovi, e per far meglio conoscere l'orrore in cui egli
aveva l'eresia, si separò dalla comunione dei vescovi occidentali
che avevano abbracciato l'Arianesimo. Costanzo lo fece esiliare in
Frigia, ma i suoi fedeli non si staccarono da lui, ed egli continuò
a governarli per mezzo dei sacerdoti. Nell'esilio il santo Vescovo
non si lamentò mai dei nemici, anzi impiegò il tempo a scrivere
varie opere dotte, tra le quali il Trattato della Trinità, in cui
difende la consustanzialità del Padre, del Figliuolo e dello Spirito
Santo così bene da essere chiamato il Dottore della Trinità;
dimostrando che la Chiesa è una, fa vedere come tutti gli eretici
siano fuori di lei. Spiega inoltre come l'Arianesimo non sia la vera
dottrina, perchè non fu rivelata a S. Pietro. Altra sua opera è il
libro sui Sinodi, per spiegare i termini di cui si servivano gli
Ariani, dimostrandone le contraddizioni.
Intanto si radunò in Seleucia un concilio di eretici per annullare i
canoni di quello di Nicea. S. Ilario vi fu invitato, ed egli vi si
recò per difendere la vera fede, ma poi udendo le orribile bestemmie
che si dicevano contro la divinità di Gesù Cristo, si ritirò a
Costantinopoli, chiedendo di tenere in pubblico delle conferenze con
l'eretico Saturnino. Gli Ariani se ne intimorirono. e tacciandolo di
imbroglione e perturbatore della pace, lo fecero rimandare a
Poitiers, dove fu accolto colla più grande allegrezza. Riunì allora
un concilio nelle Gallie, vi condannò gli atti del concilio di
Rimini, e scomunicò Saturnino. Questo concilio portò i più benefici
effetti: cessarono gli scandali, e la fede fu riconosciuta in tutta
la sua purezza. Morì l'anno 368. Negli scritti che ci ha lasciati,
vi si trova uno stile nobile, fiorito, sublime, ma più che tutto, un
vero spirito di pietà; egli non ebbe altro fine che di far conoscere
il nome santo di Dio, ed infuocare i cuori della sacra fiamma del
suo amore.
fonte: santodelgiorno.it
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